27 febbraio 2018

LUCE LUPA - Franco Iannelli


Buonanotte...

LUCE LUPA

È nata, questa luce inquieta, lupa,
dalla stanchezza di guardare il mondo.
Ti vedevo finalmente, che piangevi miele
sulle cose, e come i lupi
sognavo i lupi strofinarsi la loro notte
addosso, nelle tane, nei silenzi.

Franco Iannelli

IL MARE - Franco Iannelli


Buonasera con un'insolita poesia...

IL MARE

A forza di guardare il mare
ho le alghe negli occhi.Non ti vedo.
Posso leccarti la salsedine sulla pelle.
Vengo come un'onda, me ne andrò.
Il vento ha scarpe di legno,
io ho le mani senza calma:
è mitica stasera Sirio
addormentata sopra il raso.

Franco Iannelli

26 febbraio 2018

NOTTE D' INVERNO - I. Brinati


Dolci sogni!

NOTTE D' INVERNO

Nella gelida notte 
di febbraio,
tra i rami spogli
fischia, urla il rovaio.
Uggiola un cane,
là nel casolare
contro la luna
che nel cielo appare:
Tra le nubi, strappate
via dal vento,
qualche stella ingioiella
il firmamento,
mentre un rintocco lento
di campana
sopra l'ali del vento
s'allontana.

 I. Brinati

TRISTE INVERNO - S.Salucci


Inverno, stagione brulla e così parca di colori e di vita che poco impiega a tirar fuori ogni tristezza annidata nel cuore...

TRISTE INVERNO

Triste inverno
nei boschi,
nei campi.
Ovunque.
Un fiocco di neve .
freddo sul viso
mi sorprende.
Poi lentamente,
dolcemente,
scende la neve
sui boschi,
nei campi.
Triste inverno,
ovunque.

S. Salucci

L' ACCENNO DI UN CANTO PRIMAVERILE- Aleksandr Aleksandrovi


Un buongiorno pieno di speranza perché, seppur nel cuore del più cupo inverno, guarda come occhieggia primavera da lontano!

L' ACCENNO DI UN CANTO PRIMAVERILE

Il vento portò da lontano
l'accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

Aleksandr Aleksandrovi

25 febbraio 2018

L'OMBRA LUMINOSA DELLA NOTTE - Giulio Nightfall


Una notte luminosa e senza ombre a tutti!

L'OMBRA LUMINOSA DELLA NOTTE

Io sono la notte,
profonda e taciturna 
che ti avvolge ...
con il suo mantello oscuro 
mentre dormi.

Io sono la notte,
come un volto ...
privo di occhi
e la linfa che scorre nelle mie vene,
sono i vostri sogni 
e i desideri più nascosti.

Io sono la notte,
di cui tutti ammirate la mia voce 
fatta di silenzi ipnotici...
che vi fanno crollare ,
in un profondo sonno.

Manometterò i vostri orologi, 
vi illuderò che tutto sia così semplice e veloce
e mi dissolverò nella nebbia..
costruita dalla vostra fitta rete 
di fantasiose illusioni.

Io sono la notte,
e consegnerò ai primi raggi di sole
i migliori desideri che avete espresso...
ma solo di chi non scappa dal mio silenzio
e dalla mia profonda solitudine,
perché vi nascondo dentro,
preziosi consigli.

Io sono la notte,
e correrò insieme al vostro treno del destino
sui binari di luce del giorno.

Giulio Nightfall

NEVE - Maxence Fermine


Quando la neve è poesia...

NEVE


La neve è una poesia.

Una poesia che cade dalle nuvole
in fiocchi bianchi e leggeri.
Questa poesia arriva
dalle labbra del cielo,
dalla mano di Dio.
Ha un nome.
Un nome di un candore smagliante.
Neve.

Maxence Fermine

NEVE CHE INNAMORA - Tommaso Bragazza


Non pensiamo solo ai disagi che la neve comporta, pensiamo all'allegria e all'incanto che suscita e allora non possiamo che amarla!

NEVE CHE INNAMORA 

I fiocchi scendono
Lentamente,
questa
è l’unica cosa
che sorge nella mente,
ma se ci metti il tuo cuore
vedrai la neve che scende con amore,
vedrai neve sulle montagne,
ma anche nelle campagne,
vedrai bimbi e persone
liberi, incantati
liberi e innamorati.

Tommaso Bragazza

24 febbraio 2018

SOGNARE - Monica De Steinkuehl


Meravigliosi sogni...

SOGNARE  

Ho inseguito la luna
in un mare di stelle dorate
attratta dalla distanza inafferrabile,
sedotta dagli astri lucenti.
Sono annegata
nel cielo infinito del mio universo
sicura dell'esistenza
di un mondo senza limiti,
di una terra senza confini.
Ho ballato per deserti
immersa nella sabbia più dolce
avvolta da un caldo morbido,
riflessa su una spiaggia bionda.
Ho saltato le montagne
bagnata da una soffice neve
fino alla vetta più alta
dove giace la neve dura
che mi ha trafitta
con l'impassibile gelo.
Ho rincorso il sole
fino ad infuocarmi
per disperdere poi il mio ardore
nelle verdi pianure
di una valle senza fine.

  Monica De Steinkuehl 


23 febbraio 2018

SULLE PANCHINE DEL TEMPO - Antonio Curnetta


E la vita va... tra rimpianti, ricordi, nostalgia e pezzi persi per la via, non si ferma ad aspettarci, prosegue e se ne va...

SULLE PANCHINE DEL TEMPO 


Sulle panchine del tempo
la mia anima rimane seduta
a rimpiangere chi è partito,
ad aspettare chi non è mai arrivato.
Sulle panchine del tempo
la mia anima ha il profumo dei ricordi
e il colore della nostalgia.
Sulle panchine del tempo
sono adagiati pezzi della mia vita.
E io vado avanti
con quello che rimane.

Antonio Curnetta

Riflessione sul sorriso del cuore - S.Littleword



Piove?
Non ci faremo rovinare l'umore per questo!
Sarà l'occasione buona per sfoggiare il nostro impermeabile più bello

RIFLESSIONE SUL SORRISO DEL TUO CUORE

Potrà piovere lì fuori,
 sulla terra, sulla strada, sulle cose…
non temere la pioggia che bagna,
ma quella che porta la tristezza nel tuo cuore.
Se piove, indossa il migliore impermeabile,
il tuo SORRISO.
Una cosa è certa, la pioggia passerà,
ed il sole,
lui è sempre presente dietro le nuvole.
Sempre.

Stephen Littleword


22 febbraio 2018

NESSUN UOMO E' UN' ISOLA - John Donne


Se il genere umano è riuscito a raggiungere traguardi impensabili, che vanno sempre oltre, è perché non si è comportato come un essere a sé, ma c'è stata collaborazione tra i singoli individui.
 Tutti abbiamo bisogno degli altri e ognuno di noi è in grado di dare un contributo più o meno determinante alla comunità.
 Ognuno di noi è un pezzo di mondo, un pezzo dell'altro...ognuno di noi è come il tassello di un enorme puzzle, che se viene a mancare, è incompleto.

NESSUN UOMO E' UN' ISOLA

Nessun uomo è un’isola
Completo in sé stesso
Ogni uomo è parte della terra
Una parte del tutto
Se una zolla è portata via dal mare
L’Europa risulta essere più piccola
Come se fosse un promontorio
Come se fosse una proprietà di amici tuoi
Come se fosse tua
La morte di ciascun uomo mi sminuisce
Perché faccio parte del genere umano
E perciò non chiederti
Per chi suoni la campana
Suona per te

John Donne


21 febbraio 2018

NON IMPORTA QUANTI ANNI HO - José Saramago


Si dice che si hanno gli anni che si sentono...il guaio allora è quando se ne sentono più di quanti se ne hanno!


NON IMPORTA QUANTI ANNI HO

Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma,
ma con l’intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero,
perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant'anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.

José Saramago


WYSTAN HUGH AUDEN - breve biografia e 1 poesia



 

Il poeta-drammaturgo inglese Wystan Hugh Auden  è stato uno degli scrittori più interessanti del Ventesimo Secolo e ha ispirato un’intera generazione d’intellettuali inglesi d’avanguardia.
 Vivace, colto ed eccentrico, nacque a York ( Regno Unito) il 21 febbraio 1907, in una famiglia anglo-cattolica, da un medico e da un’infermiera missionaria.  
Morì a Vienna il 29 settembre 1973.
Nel 1936 Auden, insieme ad altri intellettuali marxisti, partecipò alla guerra civile spagnola come autista d’ambulanza, riversando nel superbo poema politico “Spagna (Spain)” la sua angoscia presente e le sue speranze per il futuro.
 Nello stesso anno, pubblicò la raccolta poetica “Guarda, straniero! (Look, stranger!)” dedicato a Erika Mann (la figlia del grande scrittore tedesco Thomas Mann), che con generosità nel 1938 sposò in Germania per consentirle con un passaporto britannico la fuga dal Nazismo.
Matrimonio mai consumato perchè Auden era omosessuale dichiarato .
Nel 1939 si trasferisce negli Stati Uniti con il compagno Christopher Isherwood, prendendo nel 1946 la cittadinanza americana.
A New York conosce Chester Kallma, uno studente, con il quale avrà una lunga relazione sentimentale. 
Il periodo tra il 1940 ed il 1948 è piuttosto prolifico: Auden scrive "Another Time", "New Year Letter", "For the Time Being" e "The Age Of Anxiety", con cui vincerà il premio Pulitzer, che rappresenta il culmine della sua poetica.
Dal 1948 al 1957 rimane a New York, ma trascorre molto tempo in Italia, ad Ischia, soprattutto d'estate.
Auden continua a scrivere, libretti d'opera, tra cui quello per "La carriera di un libertino" di Igor Stravinskijà.
Dal 1957 al 1961 insegna all' Università di Oxford.
Nel 1958 si trasferisce in Austria  nel piccolo e tranquillo paese di Kirchstetten, vicino a Vienna.
Nel 1967 viene insignito negli Stati Uniti della National Medal for Literature.
 Auden ha scritto una delle più belle e note poesie d’amore: “Funeral blues”, recitata nel film inglese “Quattro matrimoni e un funerale” di Mike Newell, durante l’elegia funebre di Charles per la morte dell’eccentrico compagno Gareth, nel film "L'attimo fuggente" di Peter Weir e anche nel film "La tigre e la neve" di Roberto Benigni.


FUNERAL BLUES

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.


 Wystan Hugh Auden





QUESTO ODORE MARINO - Giorgio Caproni


Una pesciolina che oggi compie gli anni, non poteva che augurarvi buongiorno con una poesia che parla di mare!

QUESTO ODORE MARINO

Questo odore marino
che mi rammenta tanto
i tuoi capelli, al primo
chiareggiato mattino.
Negli occhi ho il sole fresco
del primo mattino. Il sale
del mare...
Insieme
come fumo d’un vino,
ci inebriava, questo
odore marino
Sul petto ho ancora il sale
d’ostrica del primo mattino.

Giorgio Caproni
(da Ballo a Fontanigorda, 1938)

20 febbraio 2018

LEI SPLENDIDA INCEDE - Lord George Byron



Una splendida notte a tutti voi!

LEI SPLENDIDA INCEDE

Ella splendida incede, come notte 
Di limpido immenso e cieli di stelle, 
E tutto il meglio di oscuro e di luce 
Negli occhi e nell'aspetto suo rifulge: 
Dolce in quel tenero chiarore 
Che il cielo nega allo sfarzo del giorno. 

II 

Un'ombra in più, un raggio in meno 
Avrebbero sciupato la grazia indicibile 
Che tra i capelli di ebano si tinge 
E sul suo volto poi risplende chiara; 
Un volto dai pensieri lieti che dicono sereni 
Quanto puro il loro rifugio sia e prezioso 

III 

E sulla fronte, lungo le guance 
Calme e dolci, eppure eloquenti, 
Sorrisi docili e colori ardenti 
Parlano solo di giorni puri, 
E di una mente serena e sovrana, 
E di un cuore che ama innocente. 

Lord George Byron

E' IL LILLA' UN RAMOSCELLO ANTICO - Emily Dickinson



Buonasera al  profumo di lillà!


E' IL LILLA' UN RAMOSCELLO ANTICO


È il lillà un arboscello antico,
ma più antico di lui
è il lillà del firmamento
sopra il colle, a sera.
Il sole declinato lascia
in retaggio quella estrema pianta
alla contemplazione, non al tatto.
Il fiore d’Occidente.
Una sola corolla è l’ovest,
il calice è la terra,
le capsule, semi ardenti, le stelle.
Lo scienziato della fede
ha iniziato appena le ricerche.
C’è al di sopra della sintesi
la flora inattaccabile
dall’analisi del tempo.
“ Occhio non ha veduto “ è possibile
sia norma per un cieco,
ma la Rivelazione
non sia di tesi prigioniera.


Emily Dickinson

19 febbraio 2018

UN EMISFERO NEI TUOI CAPELLI - C. Baudelaire

She Likes the Night - Christian Schloe

Buonanotte con una lettera scritta da Charles Baudelair alla sua musa ispiratrice Jeanne Duval, la danzatrice e attrice di origini haitiane detta "La Venere Nera".
Lo scrittore visse con lei un 'appassionante e turbolenta storia d’amore ventennale, molto fruttuosa da un punto di vista letterario.
Buona lettura ...

UN EMISFERO NEI TUOI CAPELLI

Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. Affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria.
Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli! La mia anima viaggia sul profumo come l'anima degli altri viaggia sulla musica.
I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su ün cielo immenso dove si abbandona il calore eterno.

Message from the Sea -  Christian Schloe

Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell'azzurro tropicale; sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco.
Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere. Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.

Charles Pierre Baudelaire 
(Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867)

The House on the Hill - Christian Schloe

LA TUA LUCE - Giuseppe Ungaretti


Spero che questo giorno vi abbia lasciato qualche bel ricordo!

LA TUA LUCE

Scompare a poco a poco, amore, il sole 
Ora che sopraggiunge lunga sera.

Con uguale lentezza dello strazio 
Farsi lontana vidi la tua luce 
Per un non breve nostro separarci.

Giuseppe Ungaretti

18 febbraio 2018

LA PREGHIERA DI UN ATEO


Anche gli atei pregano...

LA PREGHIERA DI UN ATEO

Un ateo stava facendo una passeggiata nella foresta.
- Che alberi maestosi! Che fiumi impetuosi! Che begli animali! - si ripeteva.
Mentre camminava lungo il fiume sentì un movimento tra i cespugli dietro di sé. Si voltò per dare un'occhiata e vide un orso di 3 metri che lo caricava.
Si mise a correre più velocemente che poteva su per il sentiero.
Guardò sopra la sua spalla e vide che l'orso si avvicinava sempre più. Guardò ancora e vide che l'orso era sempre più vicino. Il suo cuore pompava freneticamente e cercava di correre ancora più veloce.
Inciampò e cadde a terra.
Rotolò per cercare di tirarsi su ma vide che l'orso era proprio sopra di lui, avendolo raggiunto con la sua zampa sinistra e alzando la destra per colpirlo.
In quel istante l'ateo gridò:
- Mio Dio!-
Il tempo si fermò. L'orso si congelò. La foresta era silenziosa.


Mentre una luce abbagliante brillava sull'uomo, una voce venne fuori dal cielo:
- Hai negato la mia esistenza per tutti questi anni, insegnato ad altri che non esisto e addirittura attribuito il creato ad un incidente cosmico. Ti aspetti che ti aiuti in questa circostanza? Devo considerarti un credente?
L'ateo guardo diritto verso la luce:
- Sarebbe ipocrita da parte mia chiederti all'improvviso di considerarmi credente ora, ma forse puoi rendere credente l'ORSO?
- Molto bene! - rispose la voce.
La luce se ne andò. I suoni della foresta ricominciarono. L'orso abbassò la sua zampa destra, accostò insieme entrambe le zampe, abbassò il capo e disse:
- Signore, benedici questo cibo che sto per ricevere e per il quale sono molto grato!


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