15 gennaio 2018

CARO FRATELLO - Leopold Sèdar- Senghor



Sulla scia di Martin Luther King...

CARO FRATELLO

Caro fratello bianco,
quando sono nato ero nero,
quando sono cresciuto ero nero,
quando vado al sole sono nero,
quando sono ammalato sono nero,

mentre tu, uomo bianco:
quando sei nato eri rosa
quando sei cresciuto eri bianco,
quando vai al sole sei rosso,
quando hai freddo sei blu,
quando hai paura sei verde,
quando sei ammalato sei giallo,
quando morirai sarai grigio.

E dopo tutto ciò,
 tu hai il coraggio di chiamarmi
uomo di colore!

Leopold Sèdar- Senghor



LEOPOLD SEDAR- SENGHOR

Nato a Joal in Senegal,il 9 ottobre 1906, morto a Verson in Francia, il 20 dicembre 2001, Senghor è stato il primo presidente del Senegal tra il 1960 ed il 1980.
Léopold Sédar Senghor pone la cultura come fondamento della sua politica e poeta  di lingua francese a sua volta, fu il vate e l'ideologo della négritude.
 La négritude  è stato un movimento letterario, culturale e politico sviluppatosi nel XX secolo nelle colonie francofone e che coinvolse scrittori africani e afroamericani. Gli esponenti di questo movimento (fra cui Léopold Sédar Senghor, Aimé Césaire, e Guy Tirolien) si proponevano di affrancare i propri popoli dal complesso di inferiorità imposto dai colonizzatori attraverso l'orgogliosa rivendicazione delle qualità peculiari proprie dei neri (la loro "negritudine").Senghor utilizza il termine negritudine arricchendolo con la sua visione personale. Da un lato il presidente promuove l’individuazione di caratteristiche tipiche dalla razza negra (ad esempio il senso del ritmo e l’esaltazione del sentimento) e dall’altro incoraggia l’apertura verso il moderno e l’Occidente (ad esempio lo studio della storia dell’arte europea e l’apprendimento di tecniche artistiche non originariamente africane).


 In particolare Senghor promuove la cooperazione con la Francia, ed i principi della Negritudine diventano le linee guida non solo delle arti, ma anche delle sue scelte politiche. Senghor è stato un sostenitore del federalismo per gli Stati africani di recente indipendenza, propugnando una sorta di Commonwealth. Fedele alle sue idee, divenne nel 1959 presidente della Federazione del Mali (Senegal+Sudan Francese) e al suo sfasciarsi l'anno successivo, presidente della Repubblica del Senegal. In questa veste, pur tra gravi difficoltà economiche (la nazione vive sulla monocultura dell'arachide) ed ambiguità (la nazione dipendeva in larga misura dalla Francia), cercò di realizzare un socialismo umanistico e cristiano. Ha rassegnato le dimissioni prima della fine del suo quinto mandato consecutivo, nel dicembre 1980. Abdou Diouf lo sostituì a capo del paese.
Divenne membro dell'Académie française il 2 giugno 1983, diventando di fatto, il primo africano a sedere nella prestigiosa istituzione.
Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita con la moglie, in Verson, vicino la città di Caen in Normandia, dove è scomparso il 20 dicembre 2001 Il suo funerale si svolse il 29 dicembre a Dakar.
Il presidente francese Jacques Chirac alla scomparsa di Senghor dichiarò: "La poesia ha perso uno dei suoi maestri, il Senegal un uomo di stato, l'Africa un visionario e la Francia un amico.


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